L’attacco al De Cristofaro

Nave De Cristofaro“La Corvetta De Cristofaro, mentre si trovava a 33 miglia dalle coste libiche in acque sicuramente internazionali, in prossimità di alcuni pescherecci italiani intenti alla pesca, è stata ripetutamente attaccata con raffiche di mitragliera da aerei tipo Mirage di nazionalità libica. Due Marinai hanno riportato leggeri ferite”. Questo riportava l’edizione di sabato 22 settembre 1973 del quotidiano La Stampa. Nave De Cristofaro apparteneva ad una nuova classe di Corvette impostate a partire dal 1963 e consegnate alla Marina Militare appena due anni più tardi, tra il 1965 ed il 1966. Queste nuove unità navali, dotate di apparecchiature per la scoperta aerea e di superficie, nonché di un sonar a scafo per la lotta antisommergibile, prevedevano un equipaggio di circa 130 uomini. Con un dislocamento di 835 tonnellate, per 80 metri di lunghezza, erano armate con due cannoni da 76/62, un lanciabombe e sei tubi lanciasiluri, entrambi per le attività contro i mezzi subacquei. Queste corvette furono fin da subito impiegate nel Canale di Sicilia per attività di vigilanza pesca e per pattugliamenti nel basso Mar Mediterraneo.

Marinaio feritoFu questo il compito che andò a svolgere la Corvetta Pietro De Cristofaro sul finire del settembre 1973: giunse nella propria area di operazioni al mattino del 21 settembre 1973, dove si trovavano, intenti ad effettuare attività di pesca d’altura, quattro pescherecci italiani. Le navi italiane si trovano ad oltre trenta miglia nautiche dalle coste della Libia e, sebbene ci fossero state già delle minacce contro l’Italia da parte del Colonnello Muammar Gheddafi, nessun atto ostile fino a quel momento era stato condotto. Alle 14.20 un caccia di fabbricazione francese Mirage, appartenente alle forze aeree libiche, dopo aver più volte sorvolato la corvetta, senza alcun preavviso attaccò l’unità militare sparando con il cannoncino di bordo. Durante questo attacco, la nave non subì grossi danni, mentre due Marinai, il Cannoniere Luigi Fiorbello ed il Sergente Nicola Garofalo, riportarono lievi ferite, nel tentativo di mettersi al riparo. Un nuovo attacco fu portato attorno alle 16:50: questa volta, i danni al De Cristofaro furono maggiori, con il ferimento di altri due militari, il Marò Domenico Di Giorgio e il Silurista Giuseppe Ornato, che venne colpito in maniera grave da una scheggia alla schiena staccatasi da una paratia.

Solamente durante il secondo attacco, l’unità italiana sparò in successione tre colpi di cannone, che fecero desistere gli aerei libici a portare ulteriori, nuovi, attacchi. Il mattino successivo, 22 settembre 1973, la Corvetta De Cristofaro, venne raggiunta dal Cacciatorpediniere Geniere e dalla Corvetta Todaro, che scortarono successivamente in porto ad Augusta la nave danneggiata. Da parte libica, il Primo Ministro Jalloud espresse “rammarico” per quanto accaduto, porgendo scuse ufficiali al Governo Italiano e al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare: rimangono ancora oggi, tuttavia, serie perplessità e forti sospetti che l’attacco fosse stato ordinato dal Colonnello Gheddafi stesso quale “messaggio” da mandare al vecchio paese colonizzatore.

1 thoughts on “L’attacco al De Cristofaro

  1. Da tempo attendevo questo resoconto storico in quanto il Sottufficiale Cannoniere che sparò alcuni colpi dalla torretta del 76/62 era pari Corso mio ed ebbi modo di ascoltarlo durante l’espletamento del Corso IGP alle Scuole CEMM di Taranto nel 1975. Seppi da Lui stesso che si mise di propria iniziativa, senza attendere alcun ordine, all’interno della torretta del 76/62 facendo fuoco in modalità manuale e senza l’ausilio del radar del tiro: non c’era tempo per attivarlo. Si ottenne in tal modo l’ interdizione ad ulteriori passaggi di aviogetti libici. Il suo gesto fu molto apprezzato da Maristat e il Sottufficiale ottenne un encomio.

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