Assolse inizialmente gli obblighi di leva come ufficiale di complemento nel 3° Reggimento Bersaglieri, con il grado di Sottotenente, prima di entrare a domanda nella Regia Aeronautica, la Forza Armata che vedrà Fortunato Federigi scalarne i vertici, fino ad assumere il comando del 41° Gruppo Autonomo da Bombardamento e venendo insignito più volte al Valor Militare. Nato a Serravezza, in provincia di Lucca, nel 1901, non riuscì a prendere parte alla Grande Guerra nonostante la volontà di vestire l’uniforme: partì, però, volontario a Fiume come Legionario assieme a Gabriele d’Annunzio, mostrando tutto il suo fervore patriottico, pronto a difendere, e a cadere se necessario, per la sua Patria. E quando, nel 1923, entrò nell’Arma Azzurra, appena due anni dopo riuscì a conseguire il brevetto di Pilota, venendo assegnato al 1° Stormo Caccia Terrestre: congedatosi al termine della ferma, e dopo una breve esperienza presso l’Ala Littoria, compagnia civile adibita al trasporto aereo di passeggeri e posta, fu nuovamente richiamato in servizio all’inizio degli Anni Trenta, con il grado di Tenente. Capitano nel 1935, Fortunato Federigi partì volontario per il conflitto in Spagna, nell’Aviazione Legionaria. Inquadrato nel 21° Stormo, partecipò attivamente a tutti i combattimenti sui fronti di Malaga, del Mare Cantabrico e di Madrid: i velivoli italiani, decollavano dal campo di Soria, spesso reso un pantano melmoso. Venne promosso Maggiore per merito di guerra, e decorato con la prima Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, già distintosi per valore in precedenti combattimenti, comandante di squadriglia da bombardamento, partecipava a numerose azioni di guerra dimostrando in ogni difficile circostanza sprezzo del pericolo e valore. Cielo di Spagna, marzo 1937-luglio 1937“.
Durante una delle numerose missioni di guerra a cui prese parte, il velivolo da lui pilotato rischiò seriamente di essere abbattuto: volando a volo radente, sganciò il proprio carico bellico presso Briuega, località in cui si trovava un forte concentramento di forze repubblicane. Una trentina di bombe da cinquanta chili ciascuna sconquassaro le linee avversarie, mentre da terra si riversava sui velivoli italiani una grandine di fuoco: con grande maestria riuscì a disimpegnare il proprio velivolo, portando in salvo tutti gli occupanti. Terminata l’esperienza spagnola, prese successivamente parte alle operazioni per l’occupazione dell’Albania, partecipando attivamente anche alle operazioni terrestri, mettendosi alla testa di alcuni reparti di fanteria appena sbarcati, cosa che gli varrà una Medaglia di Bronzo al Valor Militare: “Volontario nella esecuzione di difficili imprese in territorio Albanese sbarcato a Durazzo sotto il fuoco di fucileria, guidava alcuni reparti a catturava nuclei avversari. A Tirana compiva valida opera per assicurare il primo servizio di vigilanza. Durazzo, Tirana, 7-8 aprile 1939“. Nuovamente promosso, con il grado di Tenente Colonnello, Federigi verrà assegnato alla 205^ Squadriglia del 41° Gruppo da Bombardamento: e fu in questa veste che, ai comando dei velivoli Savoia Marchetti SM83 prese parte alla Seconda Guerra Mondiale: durante i combattimenti nel Mediterraneo, dalla base di Rodi, dove era stato dislocato, compì numerose missioni contro i convogli alleati diretti in Africa Settentrionale e verso Malta, nonché lungo le coste e nell’entroterra africano. Assieme ad Ettore Muti, poi, il 19 ottobre 1940, prese parte all’ardita azione contro le postazioni petrolifere di Manama, in Barhein: per l’occasione, i quattro velivoli SM82 prescelti per il raid furono dotati di serbatoi di carburante supplementari, per coprire gli oltre 4100 chilometri le quindici ore mezzo di volo.
Continuò a combattere nei cieli del Mediterraneo fino alla tragica giornata del 4 luglio 1941, quando il velivolo da lui pilotato venne intercettato e abbatuto durante un trasferimento. Verrà decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Volatore e navigatore incomparabile per perizia ed audacia, patriota fervente, legionario fiumano, squadrista, volontario di Spagna, sempre e dovunque presente là dove la Patria chiamava nelle ore luminose e decisive della sua storia, dava costante fulgida prova del suo alto valore e della sua fede purissima. Volando per oltre un milione e mezzo di chilometri su immense distese di mare, su terre deserte e lontane, congiungendo continenti e metropoli, contribuiva in modo decisivo alla vasta organizzazione della nostra aviazione civile. In guerra, sui vari fronti e in più cicli di intense operazioni, confermava le sue superbe doti di combattente invitto partecipando, sempre volontario ed instancabile, alle imprese più irte di ostacoli, di rischi, di pericoli, e portandole tutte brillantemente a termine. Durante un audace volo sul Mediterraneo, in aspro impari combattimento, precipitando con il velivolo in fiamme, immolava la sua ardente vita in olocausto alla Patria, già da lui tanto superbamente servita in devota umiltà. Dal rogo del suo velivolo si irradiava sul mare un alone di gloria che, in un’atmosfera di leggenda, coronando l’eroe, ne faceva rifulgere le gesta mirabili nella luce dell’epopea. Cielo del Mediterraneo, 11 giugno 1940-4 luglio 1941“.