Alfredo Longo, con l’84° Fanteria in Grecia

La campagna di Grecia era appena iniziata da poco più di una settimana e già l’avanzata italiana subiva i primi rallentamenti, prima di arrestarsi del tutto, di fronte ad un terreno impervio e alla capacità dei Greci di resistere: quella che doveva essere una rapida avanzata verso l’Epiro, si trasformò in una umiliante e logorante guerra di posizione, che mostrerà tutta l’impreparazione italiana ad affrontare il nuovo conflitto. E i morti, iniziarono inesorabilmente ad aumentare. Poca consolazione, per le famiglie, furono le Medaglie d’Oro al Valor Militare, spesso alla Memoria, che si vedranno conferite dalle autorità italiane. Come quella ad Alfredo Longo, Capitano dell’84° Reggimento Fanteria, caduto il 5 novembre 1940 sulle Alture di Bilishti, lungo il confine albanese. Originario di San Lorenzo del Vallo, oggi in provincia di Cosenza, il giovane Alfredo Longo sarà uno dei tanti Ragazzi del ’99, arruolandosi volontario ad appena diciotto anni nel 9° Reggimento Artiglieria da Fortezza: orfano di entrambi i genitori, deciderà, a conflitto ormai terminato, di rimanere nel Regio Esercito, frequentando un corso per Allievi Ufficiali e venendo destinato al settore libico, negli anni in cui era in corso la riconquista della colonia, dove vi rimase per quasi cinque anni.

Giunto al seguito del 17° Battaglione Misto del Regio Corpo Truppe Coloniali, l’allora Tenente Alfredo Longo, nell’ottobre 1923 si guadagnò una Croce di Guerra al Valor Militare: “All’assalto di posizione strenuamente difesa dal nemico, con slancio ammirevole piombava sul fianco sinistro della posizione stessa, rimanendo ferito. Bir Carrarim, 13 ottobre 1923”. Ripresosi dalle ferite, continuò la sua permanenza in terra libica, proprio nel momento in cui erano più impegnative le operazioni di polizia coloniale. Nel febbraio 1928, durante una serie di accesi scontri, tra cui quello di Tagrift, dove le forze italiane e ascare guidate dal Generale Rodolfo Graziani si scontrarono contro le bande indigene guidate da Sef En Nasser, Alfredo Longo venne insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Già distintosi in precedenti combattimenti, per ardimento e sprezzo del pericolo, conduceva con successo un brillante attacco contro un nemico di forze superiori. Nel più aspro e sanguinoso combattimento del ciclo, trascinava col suo esempio il proprio plotone all’attacco dei pozzi difesi ad oltranza dall’avversario e riusciva a sorpassarli per primo. Zella, 22 febbraio; Bir Tagrift, 25 febbraio 1928”.

Dopo un breve trascorso in Africa Orientale durante la campagna per la conquista dell’Etiopia, trasferito all’84° Reggimento Fanteria, promosso al grado di Capitano, Alfredo Longo verrà inviato in Albania, alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Mobilitato al momento della dichiarazione di guerra alla Francia, nel giugno 1940, sarà tra i primi a varcare la frontiera greca il 28 ottobre successivo. Durante un furioso assalto ad alcune posizioni greche, guidò personalmente numerosi contrattacchi, esponendosi sempre dove maggiore era il rischio. Nelle fasi più concitate, il Capitano Alfredo Longo veniva colpito in pieno petto da una raffica di mitragliatrice, che ne spezzava la vita. Venne insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Durante un cruento combattimento, percorreva più volte la linea battuta da intenso fuoco nemico per animare i combattenti e dirigere personalmente l’azione delle proprie armi d’accompagnamento decentrate alle compagnie fucilieri. Volontariamente assumeva poi il comando di un reparto rimasto privo di ufficiale, lo riordinava rapidamente e lo guidava impetuosamente più volte al contrassalto, riuscendo ad arrestare il nemico e ad infliggergli gravi perdite. Nell’irruenza dell’ultimo attacco, mentre si affermava solidamente sulla difficile posizione nemica, colpito in pieno da una raffica di mitragliatrice nemica, trovava gloriosa morte. Alture di Bilishti, Albania, 5 novembre 1940“.

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