Il sacrificio del Regio Dragamine 36

Regio Dragamine 36Una pagina di particolare eroismo e sacrificio offerto dalla Guardia di Finanza, e ad oggi ancora poco nota al pubblico, è quella inerente le sue unità navali. Con lo scoppio delle ostilità il 10 giugno 1940, infatti, circa centocinquanta unità del naviglio della Guardia di Finanza passarono alle dirette dipendenze della Regia Marina Militare, prodigandosi in missioni di scorta a convogli navali, sia militari che commerciali, dragaggio, caccia sommergibili e vigilanza costiera. Tanto prezioso contributo è premiato con il conferimento della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Bandiera di Guerra del Corpo: “Nel corso di lungo ed aspro conflitto cooperava con la Marina Militare, con perfetta efficienza di uomini e di mezzi, nell’assolvimento del gravoso compito di vigilanza alle coste nazionali e di oltremare, di dragaggio alle rotte di sicurezza, di caccia ai sommergibili e di scorta ai convogli, contrastando sempre l’agguerrito avversario con valore, tenacia ed alto sentimento del dovere. Successivamente all’armistizio, tenendo fede alle leggi dell’onore militare, concentrava le superstiti unità e, pur menomato nei mezzi e negli uomini per le notevoli perdite subite, iniziava con rinnovato ardimento la lotta contro il tedesco aggressore. Perdeva complessivamente, nella dura lotta, il cinquanta per cento delle unità, contribuendo con eroici sacrifici singoli e collettivi, a mantenere in grande onore il prestigio delle armi italiane. Mediterraneo, 10 giugno 1940-8 settembre 1943; Tirreno-Adriatico, 9 settembre 1943-8 maggio 19451”.

TV Di BartoloDegno di menzione, tra le tante storie di quel drammatico conflitto, è quella relativa alla sorte del Regio Dragamine 36 e del suo equipaggio. Il 21 agosto 1941, l’unità, utilizzata fino a quel momento in ben 317 missioni di dragaggio esplorativo e di neutralizzazione di mine marine, subiva un duro primo attacco aereo mentre si trovava a svolgere un’attività di dragaggio. Nell’attacco caddero eroicamente il Brigadiere Francesco Mazzei, Comandante della nave, e i Finanzieri Michele Esposito e Gennaro Russo. Alla Memoria del Brigadiere Mazzei sarà concessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Comandante di Dragamine fatto segno a ripetuti attacchi di aereo nemico, si sostituiva volontariamente al puntatore di una mitragliera ammalato ed iniziava un’intensa reazione di fuoco contro il velivolo attaccante. Con sereno coraggio e cosciente ardimento proseguiva animosamente nel serrato duello finché, colpito al petto da una raffica di mitraglia, si abbatteva esanime sull’arma ancora puntata contro il nemico. Acque di Pozzallo, 21 agosto 1942”. Eseguite le dovute riparazioni, il 4 settembre 1942 il Regio Dragamine 36 era trasferito a Tripoli con il nuovo Comandante, Maresciallo Aldo Oltramonti, e tutto il suo equipaggio con compiti di scorta a convogli e antisommergibile e posto sotto le dipendenze della XLa Flottiglia, comandata dal Tenente di Vascello Giuseppe Di Bartolo, della Regia Marina.

A seguito delle disastrose azioni militari italo-tedesche in Nord Africa, e della rapida avanzata inglese, il 19 gennaio 1943 l’unità, assieme ad un convoglio, si diresse alla volta della Sicilia: intercettato da una squadra navale inglese, fin da subito iniziò un impari lotta. Il Comandante Di Bartolo diede ordine alle altre unità navali di disperdersi ed avvicinarsi nuovamente alla costa africana per cercare riparo e con il piccolo dragamine si avventò contro i cacciatorpedinieri avversari. Tutto il fuoco nemico, principalmente proveniente dai Cacciatorpedinieri Javelin e Kelvin, si concentrò allora sulla piccola imbarcazione che, nonostante l’eroismo dei suoi uomini, venne affondata. Anche le altre unità del convoglio, nonostante il sacrificio di Di Bartolo, Oltramonti e degli altri quattordici membri dell’equipaggio, furono raggiunte ed affondate. In segno di riconoscenza, al Tenente di Vascello Di Bartolo venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Comandante di Flottiglia Dragamine dislocata in zona avanzata oltremare, resasi necessaria l’evacuazione della base ed avuto ordine di trasferire in Patria la Flottiglia, apprestava alla lunga navigazione, con competenza e capacità, le Unità dipendenti, nonostante le ininterrotte, violente incursioni aeree. Nel corso del trasferimento, attaccato di notte da preponderante formazione di supercaccia avversari, nel sublime tentativo di salvare le altre Unità, impartiva l’ordine di dirottare verso la costa mentre con la propria, offerta al supremo olocausto, muoveva decisamente incontro all’attaccante, nel disperato tentativo di opporsi alla schiacciante superiorità dei mezzi avversari. Giunto a portata di tiro delle proprie mitragliere impegnava impari lotta, sorretto dall’entusiasmo e dalla fede degli eroi. Colpita la sua imbarcazione più volte, prossima ad affondare, rispondeva al nemico facilmente vittorioso, con le ultime raffiche di mitraglia, inabissandosi con la nave e l’intero equipaggio. Fulgido esempio di estrema dedizione alla Patria e di luminose virtù di comando. Mediterraneo Centrale, 20 gennaio 1943”.

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