Mario Paolucci e Guerriero Battistini, Camicie Nere Medaglia d’Oro in Russia

Camicia Nera Mario PaolucciDurante la campagna di Russia, nei furiosi combattimenti del luglio 1942 lungo il fronte del Don, si compì il destino di Mario Paolucci, Camicia Nera della 63a Legione Tagliamento, LXXIX Battaglione d’Assalto, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Ancora erano lontani i giorni della disfatta e della ritirata nella steppa russa, dell’accerchiamento dell’ARMIR e dello sfondamento della difesa italiana lungo il Fiume Don. Anzi, in quel luglio 1942 sembrava quasi che le forze dell’Asse potessero avere la meglio su quelle sovietiche. Scriveva agli inizi di agosto il Maresciallo Ugo Cavallero, Capo di Stato Maggior Generale, nel suo Diario: “La ritirata sovietica nel settore sud della Russia assume l’aspetto di una fuga. Dall’insieme delle comunicazioni pare che la resistenza dei Russi nel settore caucasico si vada attenuando. Vi è chi parla già di crollo e di collasso. Ciò è forse esagerato ma certo vi è qualche cosa di molto sgradevole per il nemico”. E fu durante l’apparente travolgente avanzata delle forze italo-tedesche che la Camicia Nera Mario Paolucci antepose il successo in battaglia alla propria vita. Il 17 luglio 1942, durante un assalto, mentre le truppe italiane erano intente ad attaccare il villaggio di Schterowka, nella furia dei combattimenti rimase una prima volta ferito ad un braccio da una scarica della fucileria sovietica. Nonostante i suoi commilitoni gli suggerissero di recarsi al posto di medicazione nelle retrovie del fronte lasciando lo scontro, Mario Paolucci proseguì nei suoi compiti che gli erano stati assegnati, portando con il solo braccio rimasto sano le munizioni alle prime linee in avanzata.

Mario Paolucci1Fu allora che si compì il suo destino: scorto il suo ufficiale comandante a terra ferito, tentò con ogni sforzo di trarlo in salvo, ma una raffica di mitragliatrice russa lo rese inabile del braccio sano. Allora, in un supremo sforzo, Mario Paolucci decideva di afferrare, con i soli denti, un lembo della giubba del suo superiore, riuscendo a trascinare il corpo inerte per un lungo tratto, finché, colpito ancora una volta dal fuoco avversario in pieno petto, si abbatté, come riportò La Domenica del Corriere nell’edizione del 25 ottobre successivo, “esanime sul corpo dell’ufficiale che con si eroica ostinazione aveva conteso alla morte”. Alla sua memoria il Re Vittorio Emanuele III concesse la massima onorificenza al Valor Militare, riassumendo l’intero episodio nella sua toccante motivazione: “Insofferente di attesa, pur essendo ufficiale in congedo, si arruolava come semplice gregario. Sempre volontario nelle azioni più rischiose, durante violento combattimento, si lanciava all’assalto di munite posizioni a colpi di bombe a mano, esempio e incitamento a tutti i compagni. Gravemente ferito al braccio destro, non desisteva dalla azione continuando a combattere con leonino coraggio. Raggiunta la posizione avversaria e determinatosi un violento contrattacco, poiché scarseggiavano le munizioni, attraversava la zona battuta portando alcune cassette di rifornimento col solo braccio sinistro. Visto cadere il proprio ufficiale, mentre più furiosa si scatenava la reazione nemica, prontamente accorreva per portargli aiuto. Colpito da raffica di mitragliatrice che gli immobilizzava anche il braccio sinistro, raggiungeva carponi l’ufficiale e afferratolo con i denti per un lembo della giubba, in un supremo sforzo, riusciva a trascinarlo, per breve tratto finché, colpito a morte, consacrava sul campo di battaglia il suo indomito eroismo. Schterowka, fronte russo, 17 luglio 1942″.

Tagliamento in RussiaSe, durante la presenza in Unione Sovietica dello CSIR, il Corpo di Spezione Italiano in Russia, la 63a Legione Tagliamento fu dipendente di volta in volta dalle varie Divisioni di Fanteria (per ultima, la 3a Divisione Celere Principe Amedeo Duca d’Aosta), con la trasformazione dello CSIR in 8a Armata, l’ARMIR, le Camicie Nere che ne facevano parte furono riorganizzate nel 63° Gruppo Tagliamento, inquadrato nel XXXV Corpo d’Armata. Con questa nuova organizzazione, il Gruppo venne schierato sul fronte del Don, prendendo parte a tutte le operazioni che videro coinvolte le forze italiane. Nel gennaio 1943, quando i Russi scatenarono l’offensiva che avrebbe rotto le linee italiane, per evitare di restare imprigionati in una sacca, i soldati italiani iniziarono un lento e faticoso ripiegamento: nei combattimenti iniziali, in tanti furono a cadere, tra cui il Capo Manipolo Guerriero Battistini, già Ufficiale del 6° Reggimento Bersaglieri e, dopo il congedo, richiamato nel 1941 presso la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Inviato sul fronte russo, il 5 gennaio 1943 cadde dopo essere stato accerchiato dal nemico, nel tentativo di rompere l’assedio alla sua postazione. Fu decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Durante un lungo, aspro ciclo operativo invernale si distingueva per lo spiccato sprezzo del pericolo. Facente parte di un caposaldo attaccato da preponderanti forze, concorreva alla tenace difesa con indomito coraggio. In un successivo ripiegamento, benché sofferente per congelamento e pur essendo ferito, animava i dipendenti e li trascinava in audaci contrassalti per contenere l’incalzante aggressività avversaria. Accerchiato, a corto di munizioni, esausto per le minorate condizioni fisiche, persisteva nella lotta cruenta per aprirsi un varco tra le file dell’agguerrito nemico, finché cadeva colpito mortalmente. Fronte del Don-Tschercowo, Russia, 15 dicembre 1942-5 gennaio 1943”.

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