Guido Pallotta, Medaglia d’Oro in Africa Settentrionale

A soli diciotto anni, Guido Pallotta, torinese fu a Fiume con i Legionari che parteciparono all’occupazione della città affacciata sul Mar Adriatico. Fervente nazionalista, giornalista per la Gazzetta del Popolo, trovò la morte in Africa Settentrionale il 9 dicembre 1940, durante l’offensiva del Commonwealth che travolgerà le linee italiane tenute dalla 10a Armata del Maresciallo Rodolfo Graziani. Era la seconda volta che Guido Pallotta, con il grado di Sottotenente di Complemento, partiva volontario per un conflitto. La prima volta fu nel 1935, quando si imbarcò alla volta dell’Africa Orientale, per prendere parte alla campagna per la conquista dell’Etiopia. Inquadrato nella Divisione Camicie Nere 3 Gennaio, rientrò in Italia con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare: “Facente parte di un’autocolonna operante isolatamente, durante un attacco notturno di forze ribelli all’accampamento, accorreva d’iniziativa nel punto più minacciato, assumendo il comando di un gruppo di gregari con i quali contribuiva efficacemente e con valore a stroncare l’azione avversaria. Si spingeva poi con i suoi uomini oltre la linea, operando il rastrellamento di elementi nemici che favoriti dalla boscaglia tentavano di adunarsi per riattaccare. Lago Horra Abaita, 27 novembre 1936”.

Della sua vita, ne tracciò un ricordo il Corriere della Sera del 13 aprile 1941, ricordando come Guido Pallotta, Sottotenente del Raggruppamento Libico Maletti, “partecipò all’avanzata fino a Sidi el Barrani, e là gli giunse notizia della sua nomina a Ispettore del Partito e di conseguenza a Consigliere Nazionale. Era con la Colonna Maletti e cadde con il suo Generale alla testa del suo plotone suggellando così la sua vita con un’azione gloriosa”. Iniziata la guerra anche per l’Italia nel giugno 1940, la 10a Armata italiana in Africa Settentrionale, da cui dipendeva il Raggruppamento Maletti, il 16 settembre raggiunse, ad oltre cento chilometri dal confine libico, in territorio egiziano, la cittadina di Sidi el Barrani: qui, gli Italiani, senza più carburante, con una logistica che tardava a raggiungere la testa del fronte, a causa anche di un’unica pista percorribile nel deserto, furono costretti a trincerarsi e ad attendere un momento più propizio per proseguire la penetrazione. Intanto, però, quella che sembrava una rotta da parte inglese, fu in realtà una ritirata strategica, per organizzare una forza corazzata e umana pronta a scattare al momento opportuno contro le forze del Maresciallo Graziani, che allora ricopriva la carica di Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito.

Quando il 9 dicembre 1940 le forze del Commonwealth attaccarono dando inizio all’Operazione Compass, il Raggruppamento Maletti venne investito in pieno dall’offensiva britannica: in quattromila venne fatti prigionieri, mentre i resti si ritirarono nel deserto aggregandosi ad altre unità E tra i primi a cadere vi fu proprio il Sottotenente Guido Pallotta, colpito a morte mentre tentava di comunicare con il resto del comando avvisando dell’attacco. Venne decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Ufficiale addetto al comando di un raggruppamento truppe libiche attaccato da preponderanti forze corazzate nemiche, nel momento in cui più aspra ferveva la lotta, si offriva spontaneamente per recapitare un plico urgente. Trovata sbarrata la strada da un carro avversario, decisamente lo assaliva con lancio di bombe a mano, ma nell’eroico tentativo di immobilizzarlo, veniva colpito a morte. Legionario fiumano, magnifico combattente di due guerre, due volte volontario, suggellava con l’estremo sacrificio la sua ardimentosa vita. Marmarica, Alam el Nibeiwa, Africa Settentrionale, 9 dicembre 1940″.

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