Alighiero Miele, pluridecorato al Valore caduto a Bengasi

Scrisse il Corriere della Sera il 2 maggio 1941 dopo aver appreso la notizia di un bombardamento aereo inglese tra le città di Bengasi e Tripoli: “In seguito alle ferite riportate per lo scoppio di una bomba durante un attacco aereo nemico su Tripoli, è caduto il 22 aprile nell’adempimento del proprio dovere il Generale di Brigata Alighiero Miele, che dal 22 dicembre scorso copriva l’alta carica di Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore delle Forze Armate dell’Africa Settentrionale”. Apprezzato da colleghi e superiori, il Generale Miele fu uno degli alti ufficiali italiani caduti sui fronti del secondo conflitto mondiale, una persona che i gradi se li era guadagnati sui campi di battaglia, fin dai tempi della conquista coloniale della Libia. Originario di Paola, in provincia di Cosenza, dove era nato nel 1887, nel 1909 Alighiero Miele riceveva la nomina a Sottotenente ed assegnato al 13° Reggimento Artiglieria da Campagna, prima di partire per la Libia, dove resterà per i successivi quattro anni, partecipando all’occupazione della regione del Fezzan, dove si guadagnò la sua prima Medaglia di Bronzo al Valor Militare: “Per aver dato bella prova di energia e di coraggio durante il combattimento. Casr Bu Adi, 29 aprile 1915”. Quel giorno, le forze italiane, attaccate da alcune tribù indigene che si erano ammutinate unendosi a bande ribelli, quasi soccombettero agli attacchi nemici, riuscendo dopo strenui contrattacchi ad avere la meglio.

Intanto, l’Italia era scesa in guerra con gli Imperi Centrali. Promosso al grado di Capitano, Alighiero Miele venne richiamato in Patria e, dal maggio 1916, con il 28º Reggimento Artiglieria da Campagna, venne dislocato in Val Lagarina: qui, nei pressi di Passo Buole, per cinque giorni ininterrotti, guidò i suoi Artiglieri in combattimento, martellando le fanterie austriache che si portavano all’attacco e coprendo l’avanzata dei soldati italiani. Si guadagnò per il suo comportamento la seconda Medaglia di Bronzo: “Per aver comandato due volte, in condizioni specialmente difficili, un gruppo di tre batterie da campagna, durante un aspro e lungo combattimento, dando prova di capacità e di sprezzo del pericolo ed infondendo con l’esempio fermezza e coraggio nei dipendenti. Passo Buole, Val Lagarina, 25-30 maggio 1916”. Dalla Val Lagarina al Vodice e sul Carso, con il 2° Reggimento Artiglieria Pesante Campale, il Capitano Alighiero, in un anno di guerra, il 1917, venne ricompensato ben tre volte al Valor Militare a dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, delle capacità di volta in volta dimostrate nell’assolvimento dei compiti assegnatili. Durante i combattimenti sul Monte Vodice, in qualità di ufficiale addetto al comando della 53a divisone, nel corso della Decima Battaglia dell’Isonzo svolse importanti missioni ricognitive in prima linea, meritandosi la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, poi commutata in quella di Argento: “Addetto allo stato Maggiore di una grande Unità, durante un intero periodo di vittoriose operazioni offensive, più volte, offrendosi spontaneamente, compì pericolose ricognizioni per verificare sia l’apertura dei varchi, sia la nostra situazione e quella del nemico, in momenti particolarmente gravi, percorrendo zone intensamente battute dall’artiglieria e dalle mitragliatrici nemiche, dimostrando in ogni circostanza elette virtù di soldato e rendendo preziosi servizi. Monte Vodice, 18-31 maggio 1917”.

Continuò nei suoi incarichi presso la 53a Divisione fino all’ottobre 1917, durante i giorni di Caporetto, durante i quali venne gravemente ferito nei combattimenti durante la ritirata nei pressi di Stupizza. Intanto, in agosto, aveva ricevuta una nuova Medaglia di Bronzo al Valor Militare: “Addetto alo Stato Maggiore di una grande unità, durante un intero periodo di vittoriose operazioni offensive, attività e coraggio singolari, effettuò numerose ricognizioni, dimostrando elette virtù di soldato e rendendo preziosi servizi. Monte Vodice, Na Kobil, Caverna, 17 agosto 1917”. Per le ferite riportate nell’ottobre seguente ricevette, invece, la Croce di Guerra al Valor Militare: “Ferito durante una ricognizione, dava prova di fortezza d’animo, non preoccupandosi che della grave situazione del momento. Stupizza, 25 ottobre 1917”. La gravità delle ferite costrinsero Alighiero Miele a rientrare in servizio soltanto nel marzo 1918, senza però tornare al fronte: inizialmente posto in riserva, venne riammesso al servizio attivo l’anno successivo e promosso Maggiore, ricoprendo importanti incarichi di comando presso lo Stato Maggiore del Regio Esercito. Promosso Colonnello nel 1935, partì per l’Africa Orientale, prendendo parte alle operazioni per la conquista dell’Abissinia in qualità di Capo di Stato Maggiore del Corpo di Spedizione, rispondendo direttamente al Generale Rodolfo Graziani. Fu in prima linea a Neghelli e nell’Ogaden, dove per il suo comportamento ricevette una nuova Medaglia d’Argento al Valor Militare nei combattimenti presso Gunu Gadu: “Capo di Stato Maggiore di una colonna operante, si offriva volontariamente per ristabilire il collegamento con un reparto dipendente in seria difficoltà. Con sprezzo del pericolo, per ben tre volte, portava a termine la missione ricevuta, sotto il violento fuoco avversario, cooperando per la vittoria finale. Magnifico esempio di valore personale e cosciente spirito di sacrificio. Gunu Gadu, 24 aprile 1936”.

Promosso Generale di Brigata, dopo aver assolto a nuovi incarichi di comando in Italia, scoppiata la Seconda Guerra Mondiale Alighiero Miele venne chiamato da Rodolfo Graziani in Africa Settentrionale, per assumere il comando, il 25 novembre 1940, della Brigata Corazzata Speciale, per diventarne poi Capo di Stato Maggiore. Visse tutte le alterne vicende delle forze italiane in Africa Settentrionale, compresa la ritirata seguente all’offensiva inglese del dicembre 1940: quando ripresero l’iniziativa gli Italiani, giunse fino a Bengasi, dove, il 22 aprile 1941, rimaneva vittima di un bombardamento aereo. Fu insignito alla Memoria di una nuova Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale, teso in ogni suo atto al compimento generoso del suo dovere, lasciava rifugio sicuro durante incursione aerea nemica per verificare la compilazione e partenza di documento importante. Nello scrupoloso adempimento del cosciente pericoloso dovere, veniva colpito da scheggia nemica e donava la sua giovane vita con la generosità con la quale aveva sempre dato con fede ogni sua possibilità al bene della Patria. Esempio luminoso di dedizione al dovere. Bengasi, 22 aprile 1941”.

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