La guerra di Libia e il Generale De Chaurand

La Guerra di LibiaLa nuova fatica di Leonardo Malatesta, storico, e già autore del saggio sulla Guerra Fredda dedicato ai comandi protetti della NATO del Monte Venda, di Back Yard e West Star, torna nuovamente in libreria, questa volta con uno studio sull’avventura italiana in Libia. La Guerra di Libia e l’azione del Generale De Chaurand, questo il titolo dell’opera, analizza l’impresa del 1911-1912 e la ricerca di quella “quarta sponda sul Mediterraneo” che portò il Regio Esercito, con Alpini e Artiglieri, a combattere tra le dune del deserto nordafricano. Giovanni Pascoli scrisse, nel novembre del 1911, che la grande proletaria si era mossa, pronta a dare ai suoi figli nuove terre da civilizzare e su cui risollevare le sorti economiche della Nazione. Assieme alle migliaia di soldati che si imbarcarono nella nuova impresa vi fu anche il Generale Felice De Chaurand De Saint-Eustache, originario di Chiavari, dove era nato nel 1857. Una carriera rapida e brillante, la sua: da giovane Sottotenente nell’Artiglieria, comandò con il grado di Colonnello il 39° Reggimento Fanteria, prima di passare allo Stato Maggiore del Regio Esercito e poi all’intelligence, gettando le basi della cifratura militare. Con la guerra di Libia, gli venne affidato il comando della 3a Divisione Speciale, un reparto misto composto da battaglioni provenienti dalla Fanteria, dagli Alpini e dai Granatieri, appoggiati da una batteria di artiglieria da 75 mm. Per le sue abilità di comando venne anche decorato con l’Ordine Militare di Savoia. Ed è su questo periodo che il volume di Leonardo Malatesta si concentra: con la sua azione, infatti, il Generale De Chaurand fu esempio per i suoi parigrado e per i suoi sottoposti, prendendo parte egli stesso a numerosi combattimenti.

Campagna di Libia1. Introduciamo il libro parlando per un attimo della Guerra di Libia. Come e perché l’Italia cercò la sua “quarta sponda sul Mediterraneo”? E, soprattutto, come nasce questo suo studio?

Questo libro è nato perché da anni conosco il pronipote del Generale De Chaurand, potendo così consultare l’archivio privato di famiglia. Nel volume, pertanto, utilizzo tutti i documenti del suo archivio privato, nonché le carte dell’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano di Roma. Per quanto riguarda la campagna libica, l’Italia diede inizio alla guerra in Libia perché, fino ad allora, non aveva nessuna dominazione in Africa Settentrionale. Allora la maggior parte delle potenze europee, tra cui Francia e Gran Bretagna, erano alla ricerca di nuovi possedimenti in Africa e l’Italia non poteva, e non voleva, essere da meno.

2. Il suo volume si concentra sulla figura del Generale Felice De Chaurand de Saint Eustache. Una carriera, la sua, che spaziò dall’Arma di Artiglieria fino all’intelligence…

Il mio volume parla del Generale De Chaurand, che nato a Chiavari, durante la sua carriera, si occupò di vari tematiche, sia del comando di alcune unità, ma anche fu uno dei padri fondatori dei servizi segreti nel Regio Esercito Italiano, creando un codice segreto per i messaggi cifrati.

Campagna di Libia13. Durante il conflitto libico, il Generale De Chaurand fu decorato con l’Ordine Militare di Savoia, distinguendosi nei combattimenti. Quali le sue azioni più meritorie?

Durante la guerra di Libia, fu il comandante della 3a Divisione Speciale ed operò in Tripolitania. Si distinse nelle battaglia dell’oasi di Zanzur del giugno 1912 e in quella di Sidi Bilal del settembre successivo. Leggendo il suo diario personale, e anche quello della Divisione, si può notare che giornalmente egli si recava in prima linea per visitare i presidi e si interessava anche delle condizioni di vita dei suoi uomini.

4. Cosa ne fu del Generale De Chaurand alla fine del conflitto?

Dopo la conclusione del conflitto in Africa, rientrò in Italia nel maggio del 1913, ritornando al comando della Divisione Militare di Firenze. Nel 1915, fu posto in ausiliaria e allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, divenne il Comandante della 35a Divisione, fino al 16 maggio del 1916, quando fu silurato dal comando della grande unità e mandato a casa. Trascorse la restante parte della sua vita fino alla morte, avvenuta nel 1944 a Bergamo, scrivendo vari saggi di storia.

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