Il Famedio dei Caduti della Grande Guerra di Santa Croce

Ricavato all’interno della maestosa Basilica di Santa Croce in una cripta sotterranea edificata già alla fine del 1200, il Famedio dei Caduti Fiorentini venne realizzato nella seconda metà degli Anni Trenta, su progetto dell’Architetto Alfredo Lensi, dell’Ufficio delle Belle Arti di Firenze, per raccogliere e ricordare tutti i soldati della città toscana che diedero la vita nella Prima Guerra Mondiale e, successivamente, nei conflitti voluti dal Fascismo, la Guerra d’Etiopia e quella di Spagna. Realizzato con trentasette grandi arcate in pietra serena, particolare materiale pietroso di cui sono ricche le cave presenti nelle colline circostanti la città, il progetto iniziale venne inaugurato il 27 ottobre 1934, con la presenza delle massime autorità civili e militari cittadine: all’inizio, esso avrebbe custodito i resti dei Fascisti caduti per la rivoluzione, tra cui le spoglie di Giovanni Berta, considerato uno dei primi martiri del Fascismo. Solo in un secondo momento, ristrutturando la cripta sotterranea della Basilica di Santa Croce da cui si accede ancora oggi dal chiostro esterno, venne ideato il Famedio della Grande Guerra: grandi lastre di marmo nero, recano incisi i nomi dei 3672 Fiorentini caduti nel conflitto, mentre dietro l’altare, ricavato al centro, sono ricordati i militari decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Tra i decorati con la massima onorificenza, sono ricordati il Capitano di Corvetta Carlo Del Greco, Comandante del Sommergibile Nereide, affondato con tutto il suo equipaggio al largo di Pelagosa il 5 agosto 1915; il Colonnello Giulio Bechi, Comandante del 254° Reggimento Fanteria, Brigata Porto Maurizio, caduto a San Marco di Gorizia il 28 agosto 1917 mentre guidava un assalto alle trincee nemiche in testa ai suoi uomini; il Soldato Ugo Corsi, del 47° Reggimento, Brigata Ferrara, che presso Dosso Faiti, essendo quasi tutti gli ufficiali caduti o feriti, si mise alla testa di una nuova ondata di soldati per muovere all’attacco, fino a quando non venne colpito e ucciso dallo scoppio di una granata. I nomi di tanti altri militari circondano l’intero luogo: in ordine alfabetico, sono a perenne testimonianza del sacrificio di un’intera generazione di giovani, catapultati nel vortice della Prima Guerra Mondiale.

Completa il Famedio il Parco della Rimembranza e ubicato nel chiostro della Basilica: realizzato già nel 1923, esso fu voluto inizialmente per commemorare i dieci cittadini fiorentini che vennero decorati di Medaglia d’Oro. Furono piantati dieci cipressi e sotto ad ognuno collocata una targa con il nome del decorato, i cui nomi sono adesso anche ricordati all’interno del Famedio, scolpiti nel marmo in caratteri dorati subito dietro l’altare: Colonnello Giulio Bechi, Colonnello Luigi Caldieri, Soldato Ugo Corsi, Capitano di Corvetta Carlo Del Greco, Aspirante Ufficiale Federigo Grifeo, Soldato Edmondo Mazzuoli, Caporale Arduino Miccinesi, Tenente Leopoldo Pellas, Colonnello Emidio Spinucci, Maggiore Faliero Vezzani. Campeggia in mezzo al chiostro una grande statua raffigurante Dio Padre, opera di Baccio Bandinelli del 1549, su cui è stata posta un’iscrizione a ricordo dei Caduti: “Presso il tempio delle itale glorie, il Comune di Firenze vuol dedicato questo sacro recinto ai cittadini decorati di Medaglia d’Oro, eroicamente caduti nella Grande Guerra 1915-1918”.

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