La battaglia per Cisterna

Americani ad AnzioNonostante l’inizio della campagna sulla penisola italiana, gli Alleati tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944 si trovarono di fronte alla Linea Gustav, preparata dai Tedeschi per respingere qualsiasi attacco e offensiva che gli Anglo-Americani avessero tentato e messo in atto: per alleggerire la pressione sui reparti alleati che stavano tentando di sfondare il fronte, alle ore 02.45 del 22 gennaio 1944, sotto il comando del Generale John Lucas, prese avvio lo sbarco di Anzio e Nettuno, così da impegnare le forze tedesche e quelle italiane della Repubblica Sociale su due fronti; in quasi ventiquattro ore, sbarcarono oltre 36.000 soldati alleati, a cui si opposero fin da subito circa 24.600 soldati tedeschi e italiani, agli ordini del Feldmaresciallo Albert Kesserling, comandante delle truppe del Reich in Italia. Se gli Alleati erano all’inizio convinti che portando avanti l’avanzata sui fronti di Anzio e Nettuno la Linea Gustav sarebbe presto caduta, si dovettero ben presto ricredere: già il 29 gennaio, la cittadina di Cisterna di Latina fu teatro di uno dei più sanguinosi scontri tra forze tedesche e americane.

Corazzati tedeschi a CisternaL’offensiva predisposta dai comandanti alleati prevedeva che il I, il III e il IV Battaglione Rangers del celebre Colonnello William Darby muovessero all’attacco della città per conquistarla, essendo un importante snodo viario, nonostante i numerosi tentativi falliti della 3ª Divisione americana; così, il 30 gennaio 1944, 767 uomini mossero nell’oscurità verso le posizioni germaniche, preceduti da un’aliquota di circa quaranta soldati del 3° Reparto da Ricognizione. Ma ben presto le sorti della battaglia mutarono velocemente a favore dei Tedeschi. Ad attendere i reparti dei Rangers, erano schierate la 715ª Divisione di Fanteria Motorizzata e la Divisione Corazzata Hermann Goering, equipaggiata con ben diciassette Carri Armati Panzer VI, i micidiali Carri Tigre: l’imboscata tedesca ebbe pieno successo e, dopo poche ore dall’inizio degli scontri, il I e il III Battaglione Rangers erano stati letteralmente distrutti e lasciarono sul campo, tra morti, dispersi e prigionieri, ben 755 uomini su 767: solo sei Rangers tornarono alle linee alleate e solo un ricognitore del III Reparto; le perdite tedesche, secondo stime recenti, si sarebbero aggirate su una cifra simile, ma la vittoria delle truppe germaniche risultò chiarissima.

William DarbyIn realtà, in fase di preparazione dell’attacco alle posizioni tedesche, l’allora Colonnello Darby avanzò numerose obiezioni all’impiego che il Generale Lucas avrebbe voluto fare dei suoi Battaglioni Rangers. Queste forze, infatti, erano equiparate ad un’unità di fanteria leggera, senza armamenti pesanti che ne rallentasse i movimenti: impiegate principalmente in attacchi fulminei, in raids e rapidi colpi di mano e imboscate (come nel Nord Africa con l’Operazione Torch), mal si muovano in battaglie tradizionali, specialmente con l’utilizzo di artiglieria e mezzi corazzati. A rendere la situazione ancora più drammatica per le truppe americane fu la mancanza di qualsiasi tipo di armamento controcarro e il terreno, molto accidentato, si prestò bene al trinceramento delle forze tedesche, che avevano predisposto delle linee difensive molto ben accurate e difficilmente individuabili. Il comando americano, vista la situazione disperata, decise di organizzare un’operazione di soccorso dei superstiti, con l’appoggio di alcuni carri armati, ma la presenza di campi minati bloccò tale iniziativa. La città di Cisterna rimase così in mano tedesca ancora per lungo tempo e la Linea Gustav non venne sfondata: le forze Rangers furono tutte ritirate dall’Italia e riorganizzate per il nuovo fronte di guerra della Normandia.

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