Barry Sadler, il Berretto Verde con la chitarra

Sergente Barry SadlerJohn Wayne li ha resi celebri con uno dei suoi film di guerra. Ancora oggi sono considerati l’elite delle forze speciali dell’Esercito Americano: ben cento uomini proveranno a farne parte, ma soltanto in tre riusciranno, recita il loro inno, a vestire il loro caratteristico basco verde (“One hundred men will test today but only three win the Green Beret”). Sono i Berretti Verdi, corpo militare che prese parte attiva alla Guerra del Vietnam. Quasi tutto il cinema internazionale ritrasse il conflitto nel Sud-Est Asiatico come una guerra brutale, che annichiliva gli uomini e le loro menti. Tutti abbiamo presenti le pellicole Full Metal Jacket, Apocalypse Now, Platoon o Hamburger Hill, solo per citare le più celebri, dove militari americani, stressati e spezzati nello spirito dai lunghi turni in Vietnam si sbizzarriscono in stragi di civili, rappresaglie, follie di vario genere. E, infatti, la guerra del Vietnam produsse il più alto tasso di reduci vittime di alcool e di droga, consumata quotidianamente lungo le pianure del delta del Mekong. Ma anche vere e proprie stragi di civili: il 16 marzo 1968 oltre cinquecento civili vietnamiti vennero brutalmente assassinati nel tristemente noto massacro di My Lai, perpetrato da alcuni appartenenti al 20° Reggimento Fanteria della 11a Brigata.

Barry SadlerMa ci fu chi narrò, e cantò, la positività dei soldati a “stelle e strisce”, che aiutavano la popolazione vietnamita a proteggersi dai  guerriglieri Vietcong e dall’esercito regolare di Hanoi. E uno di loro fu proprio un Berretto Verde. Barry Sadler, Sergente Maggiore, durante la convalescenza in ospedale a causa di una ferita alla gamba ricevuta durante un combattimento, armato solo della sua chitarra compose quello che è stato definito “un inno militare di successo”: Ballad of the Green Berets, per la prima volta nel corso degli Anni Sessanta, raccontò i militari sotto una luce positiva, scalando al contempo le classifiche musicali statunitensi. Un po’ come il successo della tedesca Lili Marleen della Seconda Guerra Mondiale, la Ballata dei Berretti Verdi cominciò ad essere trasmessa per radio alle truppe al fronte; poi, il 30 gennaio 1966 il Sergente con la chitarra debuttò sulle televisioni americane durante l’Ed Sullivan Show, eseguendo la sua canzone di fronte ad un pubblico commosso. La Ballata venne così ripresa dal film voluto e diretto da John Wayne (Berretti Verdi, appunto) per appoggiare l’intervento americano in Vietnam: inutile dire che la pellicola venne boicottata e presa di mira con proteste e manifestazioni dalle folle di giovani hyppie in tutti gli Stati Uniti, in quanto ritenuta reazionaria e guerrafondaia.

James GabrielSull’onda di questo successo quasi insperato, il Sergente Sadler incise un proprio album, contenente ben dodici tracce: un vero e proprio disco dedicato ai suoi compagni d’arme, a quanti combattevano a migliaia di chilometri di distanza da casa e a quanti non fecero più ritorno. La stessa Ballad of the Green Berets venne scritta Sadler per onorare le memoria di un commilitone ucciso in azione l’8 aprile 1962: lo Specialista dell’Esercito James Gabriel, effettivo presso il 1° Special Force Group, e decorato per le sue azioni della Stella di Bronzo. Catturato durante un combattimento, dato inizialmente come dispero, il suo corpo venne rinvenuto privo di vita con un colpo d’arma da fuoco sparato a breve distanza. La ballata, negli anni successivi, venne riadattata in numerose versioni, anche in lingue straniere, proprio come la Lili Marleen del secondo conflitto mondiale: tra le tante, quella della cantante e attrice svedese Anita Lindblom, che venne dedicata ai soldati della Svezia che servivano come Caschi Blu delle Nazioni Unite.

1 thoughts on “Barry Sadler, il Berretto Verde con la chitarra

  1. Pingback: Due ballate per Willie McBride e i caduti di Vladslo | Segreti della storia

Lascia un commento