Il Sacrario di Andrea Bafile a Bocca di Valle

Andrea_Bafile“Comandante di un Battaglione di Marinai, mentre preparavasi una operazione sull’estrema bassura del Piave, volle personalmente osare un’arrischiata ricognizione tra i canneti e i pantani della sponda sinistra perché, dallo strappato segreto delle difese nemiche, traesse maggiore sicurezza la sua gente. Tutto vide e frugò, e sventato l’allarme, già trovava riparo, quando notò la mancanza di uno dei suoi Arditi. Rifece allora da solo la via perigliosa per ricercarlo e, scoperto poi dal nemico mentre ripassava il fiume, e fatto segno a vivo fuoco, veniva mortalmente ferito. Guadagnata la sponda destra in gravissime condizioni, conscio della fine imminente, con mirabile forza d’animo e completa lucidità di mente, riferiva anzitutto quanto aveva osservato nella sua ricognizione, e dirigendo ai suoi infiammate parole, atteggiato il volto a lieve sorriso che gli era abituale, si diceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano. E passò sereno qual visse, fulgido esempio delle più elette virtù militari, coronando con gloriosa morte una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda, consapevole e fruttuosa audacia, del più puro eroismo. Basso Piave, 12 marzo 1918”. Questa la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria conferita al Tenente di Vascello Andrea Bafile, caduto alla testa di un gruppo di quattro Marinai nei pressi di Cortellazzo, vicino Jesolo, durante una missione di ricognizione sul Basso Piave. Ancora prima della guerra, si rese protagonista del salvataggio dell’Esploratore Quarto, dove un incendio scoppiato a bordo quasi non ne causava l’esplosione. Il Re Vittorio Emanuele III gli conferì di persona la Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Per aver raggiunto in condizioni particolarmente pericolose i maneggi degli allagamenti della santabarbara prodieri della Regia Nave Quarto durante un gravissimo incendio sviluppatosi su quella Nave il 23 aprile 1913 e per aver dato prove ininterrotte di abnegazione, di coraggio, di resistenza e di serenità nel non breve periodo di tempo in cui la nave si trovava in critiche condizioni”.

Andrea Bafile1Vita avventurosa ed eroica, quella di Andrea Bafile. Già decorato nel corso del primo conflitto mondiale con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare per aver eseguito un’importante missione aerea sulle Bocche di Cattaro (a cui partecipò, tra l’altro, anche Gabriele D’Annunzio), nel corso della guerra arrivò a rifiutare l’avanzamento al grado di Capitano di Corvetta, in quanto lo avrebbe distolto dalle navi e dagli equipaggi, a cui era da sempre legato anche da fraterna e sincera amicizia, per destinarlo ad un incarico a terra allo Stato Maggiore. Era il 4 ottobre 1917, quando l’Ufficiale della Regia Marina partecipò quale osservatore d’aeroplano per una formazione di quattordici Bombardieri Trimotori Caproni Ca.33: nella motivazione dell’onorificenza di legge che “partecipava ad una spedizione aerea in cui gli apparecchi terrestri, percorrendo un lungo tratto di mare aperto, in condizioni avverse, riuscivano a raggiungere le Bocche di Cattaro ed a colpire con grande esattezza ed efficacia gli obiettivi navali, rientrando tutti alla base, malgrado le deviazioni inevitabili nella crescente foschia. Bocche di Cattaro, 4 ottobre 1917”. In seguito, continuò la sua carriera tra le onde e le fredde paratie delle navi della Regia Marina, imbarcando sul Cacciatorpediniere Audace e poi sulla Torpediniera Ardea. Ma la sua grande capacità di comando emerse quando, alla fine del 1917 e a seguito della disfatta di Caporetto, chiese ed ottenne di essere destinato presso i reparti della Fanteria di Marina, comandando il Battaglione Fucilieri Monfalcone e quello d’Assalto Caorle. La sua morte, avvenuta in azione, destò profonda emozione in tutta l’opinione pubblica italiana, e non soltanto tra i militari che ebbero l’onore di essere al suo comando.

Andrea BafileSe, dapprima, venne sepolto all’interno del cimitero di Ca’ Gamba nei pressi di Jesolo, dal 20 settembre 1923 i suoi resti riposano ai piedi del massiccio della Majella, in Abruzzo, la terra che gli aveva dato i natali il 7 ottobre 1878. In località Bocca di Valle, poco fuori il centro abitato di Guardiagrele, è stato ricavato all’interno di una grotta naturale il Sepolcro dove il Tenente di Vascello Andrea Bafile ha trovato la sua ultima dimora. Da un cancello in ferro battuto, si sale una piccola scalinata in roccia grezza, che accede all’interno dell’antro della grotta, al cui centro, in marmo bianco, si trova la tomba, coperta da una grande bandiera Tricolore. Tutto attorno, dei pannelli in ceramica decorata rievocano i drammi del conflitto mondiale, unitamente ai cimeli appartenenti ai reparti e alle unità navali della Marina Militare Italiana. In alto, un quadro posizionato nelle vicinanze dell’altare, riporta la solenne motivazione dell’onorificenza al Valor Militare alla Memoria. Tante, le testimonianze degli equipaggi che nel corso dei decenni si sono recati in visita alla tomba dell’Eroe, simboleggiate dai caratteristici nastri dei berretti dei marinai, con su scritto il nome dell’unità di appartenenza: Nave Etna, Nave Ebano, Nave Spinone, Nave Gabbiano, Nave Aviere, Nave Impavido, Nave Urania, Nave Fenice, Nave Artigliere, Nave San Giorgio, Nave Danaide, quasi a simboleggiare un passaggio ideale di testimone tra Andrea Bafile e gli appartenenti della Marina Militare di oggi.

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