Con i Lupi di Toscana sul Mali Tabaiani

Giancarlo BolisSottotenente del 78° Reggimento Fanteria Lupi di Toscana, Giancarlo Bolis proveniva da una vita borghese fatta di grandi speranze e aspettative. Milanese di nascita, dove era nato nel 1915, ad appena ventiquattro anni era un valido e apprezzato professore di liceo a Bergamo, dove insegnava greco e latino. Appassionato delle lingue antiche, era anche un promettente autore di poesie: ma non per questo si tirò indietro quando, al momento dell’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, giunse la cartolina per il servizio militare. Partito per il fronte greco, Giancarlo, dopo essere divenuto Ufficiale di Complemento, venne messo al comando di un Plotone del celebre Reggimento che si coprì di gloria nella Grande Guerra: nel gennaio 1941, durante la forte pressione dell’esercito di Atene, le forze italiane furono messe a dura prova. Nel suo Diario, Ugo Cavallero, allora Capo di Stato Maggiore Generale, scriveva in quei giorni: “Dobbiamo sempre considerare di fronte a noi un esercito greco efficiente e tener conto quindi che il nostro logoramento può continuare”. Quando l’Alto Ufficiale italiano scriveva questo appunto era il 13 gennaio: due giorni dopo, durante una strenua difesa di un’importante posizione, il Sottotenente Bolis, cadeva alla testa dei suoi uomini, venendo decorato alla Memoria con la Croce di Guerra al Valor Militare: “Comandante di caposaldo, respingeva tre attacchi notturni, non esitando ad impugnare egli stesso una mitragliatrice, rimasta priva del tiratore. In un successivo attacco cadeva, colpito a morte, alla testa dei suoi Fanti. Mali Taronine-Mali Tabaian, fronte greco, 10-15 gennaio 1941”.

Monumento Lupi di ToscanaDi Giancarlo Bolis restano anche le ultime parole scritte agli alunni del suo liceo, che aveva lasciato per partire per il fronte greco: “Dimostreremo che anche i letterati sanno compiere il loro dovere con quella fede e quell’amore che il culto degli studi classici educa ed esalta”. Del 78° Reggiemento faceva parte anche il Tenente Igino Urli, già combattente durante la guerra di Spagna, dove si distinse particolarmente comandando un Battaglione del 2° Reggimento Frecce Nere. Assieme ai Lupi, Urli si ritrovò nel pieno dell’offensiva scatenata dai Greci nella seconda metà del gennaio 1941 nella valle di Klisura. Schierato nei pressi del Mali Tabaian, sullo stesso crinale in cui si trovava trincerato e sotto attacco il caposaldo del Sottotenente Bolis, cadde nella strenua difesa, dopo essere stato ferito tre volte ed aver rifiutato qualsiasi soccorso dai suoi uomini. Venne decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Assunto il comando di una Compagnia Fucilieri, in sostituzione del Capitano caduto nel combattimento, rimasto unico Ufficiale del Reparto, alla testa di un pugno di Fanti, azionando personalmente un fucile mitragliatore, conquistava successivamente due agguerrite posizioni nemiche. Ferito una prima volta ad un ginocchio, dopo rapida, sommaria medicazione, riprendeva subito il comando della Compagnia. Ferito una seconda volta ad una spalla, rifiutava ogni soccorso e, brandendo il fucile mitragliatore per l’impugnatura, persisteva nella lotta corpo a corpo. Ferito per la terza volta e mortalmente, spirava fra le braccia dei propri Fanti al grido di  Viva i miei Lupi!. Fulgido esempio di alte virtù militari, coronava con il supremo sacrificio la vita di eroico combattente che aveva iniziata da volontario in terra di Spagna. Mali Tabaian, fronte greco, 10 gennaio 1941″.

Mitraglieri sul fronte grecoDi quelle giornate di guerra, il 15 gennaio 1941 così scriveva Ugo Cavallero: “La Divisione Lupi ha sferrato un contrattacco con due battaglioni per riprendere la Quota 1060, poco a nord-est del Mali Tabaiani, perduta in un attacco nemico attuato al mattino contro l’ala destra del Battaglione Alpini Trento sul costone di Priste. La nostra azione urtava contro altro attacco avversario esteso al fianco destro della Divisione. Dopo aspro combattimento durato tutto il pomeriggio, a sera la Divisione Lupi ha dovuto ripiegare su Ciuca Sotirit”. E ancora nel giorno seguente: “La Divisione Lupi, mentre al mattino ha iniziato il contrattacco, si incontra con un simultaneo attacco in forze del nemico appoggiato da intenso tiro di artiglierie e mortai e dall’aviazione agente a bassa quota. Il potente attacco avversario si estende alla Quota 817, sud-ovest di Ciuca Fecit, estrema sisnistra del settore della Divisione Bari ed al fronte della Divisione Julia fra detta Quota e Ciuca Fecit, punto di saldatura con la Divisione Lupi”.

1 thoughts on “Con i Lupi di Toscana sul Mali Tabaiani

  1. Pingback: L’Aviere Rocchi, l’impassibile sentinella | Segreti della storia

Lascia un commento