Il 9° Alpini del Colonnello Gaetano Tavoni

Gaetano TavoniGaetano Tavoni, Colonnello Comandante del 9° Reggimento Alpini durante la campagna di Grecia, già aveva dato prova di grande coraggio e valore nel corso del primo conflitto mondiale. Mobilitato fin dal 24 maggio 1915, restò ferito l’anno dopo mentre, con il grado di Capitano nel 10° Reggimento Bersaglieri, partecipava ad un’azione sul Pal Piccolo. Si meritò la Medaglia d’Argento al Valor Militare per essere rimasto in testa alla sua compagnia che, muovendo all’assalto delle postazioni austriache, venne investita da un nutrito fuoco di fucileria e di mitragliatrici. Ferito da una raffica ad una gamba che ne impediva ogni movimento, rifiutò di farsi trasportare presso l’ospedale da campo dietro le linee italiane se non quando aveva ben chiaro l’esito dell’attacco: “Avuto ordine di portare la propria compagnia al contrattacco, con marcia difficile e sotto fuoco intenso del nemico, avanzava alla testa del reparto. Ferito ad una gamba, rimaneva al suo posto di combattimento, incitando e rianimando i suoi e non si allontanava se non quando fu chiarita la situazione generale. Monte Pal Piccolo, 27 marzo 1916”. Nonostante la ferita gli avrebbe permesso di assumere incarichi logistici e sedentari, il Capitano Tavoni non ne volle sapere: raggiunse nuovamente i suoi uomini dopo che il suo reparto era stato destinato in Albania, alternando, fino alla fine del conflitto, incarichi di comando di reggimenti e brigate di fanteria. Della sua figura ne tracciò una breve storia il Corriere della Sera del 21 aprile 1941 dopo aver appreso la notizia dell’avvenuto conferimento della Medaglia d’Oro al Valor MIlitare. Alla Memoria, però, perché il Colonnello Gaetano Tavoni era deceduto a Roma il 16 marzo 1941, all’Ospedale Militare del Celio, a seguito delle gravi ferite riportate l’8 gennaio in combattimento.

Alpini in GreciaScriveva di lui il quotidiano milanese: “Partecipò dall’inizio alla Grande Guerra quale Comandante della Sezione Mitragliatrici del 10° Reggimento Bersaglieri Ciclisti distinguendosi sul Podgora, a Plava e sul Sabotino. Promosso Capitano nel settembre 1915, rimase ferito in combattimento nel marzo 1916 a Pal Piccolo, dove meritò una Medaglia d’Argento al Valore. Ricoverato in ospedale, quando ne fu dimesso, rinunziò al servizio sedentario cui aveva diritto per raggiungere nel luglio 1916 il Reggimento in Albania. Prese parte con la sua Compagnia a vari fatti d’arme (Monte Trubes e Drizar Fratari), rivelandosi ottimo comandante di truppe e prezioso collaboratore dei comandanti superiori. In tale periodo meritò la proposta  di promozione a scelta a Maggiore e varie citazioni all’ordine del giorno del Reggimento. Nel novembre 1917 assunse il comando del Battaglione Complementare Brigata Tanaro: quindi venne trasferito al 204° Fanteria, distinguendosi nell’occupazione di Elbassan, dove dimostrò notevole capacità professionale e fu esempio per slancio e ardimento ai suoi inferiori. Dall’agosto al novembre 1919 fu a disposizione del 137° Fanteria; rimpatriato e destinato al 1° Alpini, continuò a prodigarsi senza limiti e a riaffermare le sue elette virtù di mente e di cuore. Nell’aprile 1921 passò al 9° Alpini e anche qui si fece onore riuscendo con fermezza e tenacia a educare il suo Battaglione in modo da farne un organismo omogeneo, vibrante di entusiasmo e di passione. Promosso Tenente Colonnello, fu assegnato al comando della 111a Brigata Alpini, dove rimase per lunghi anni, distinguendosi sempre per continua, efficace, instancabile e devota collaborazione. Nel settembre 1937 fu nominato Comandante del 9° Alpini: con detto Reggimento ha preso parte alle azioni sul fronte italo-greco, riportando in combattimento una gravissima ferita che doveva condurlo a morte”.

E anche sul fronte greco, il Colonnello Tavoni fu sempre primo tra i suoi soldati a muovere all’assalto: Alpino tra gli Alpini, anche l’8 gennaio 1941 si trovava sulla prima linea. Erano tre giorni che una decina di battaglioni greci premevano contro le le posizioni italiane, appoggiati da un intenso fuoco di artiglieria e di mortai. Arroccati sul Mali Topojanit e sul Quaf i Spoisit, poco più di mille uomini della Divisione Alpina Julia ressero l’urto di forze cinque volte superiori: quando venne dato l’ordine di ripiegamento, erano caduti in combattimento 153 Ufficiali e 3844 Alpini. Tra loro, anche il Colonnello Gaetano Tavoni, che venne decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Comandante di un Reggimento Alpini, già fortemente provato in lungo e gravoso periodo di gloriose lotte in aspro terreno e contro nemico agguerrito, lo guidava a brillanti successi, anche in favore di altre unità che, accerchiate da preponderanti forze nemiche, potevano così disimpegnarsi. Impavido, instancabile, costantemente sereno di fronte alle maggiori offese nemiche nel corso di duri ininterrotti combattimenti, infondeva ai suoi reparti, con l’esempio personale, con l’ardente sua fede e con le sue preclari virtù di Comandante, sempre maggiore spirito di lotta e di resistenza. Gravemente colpito, noncurante delle ferite riportate che, in seguito, ne causavano la morte, continuava, con l’eroico suo comportamento ed ascendente personale sotto il violento fuoco avversario, a potenziare l’azione dei suoi reparti intesa a rompere gli ostinati attacchi del nemico che era costretto a ripiegare in disordine. Eroica figura di capo, superbo esempio di fede e di sacrificio. Pindo, Grecia, Monte Chiarista, 28 ottobre-31 dicembre 1940; Mali Topojanit, 8 gennaio 1941”.

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